Firenze: Negato il diritto di sciopero ai lavoratori in appalto dei musei statali!

Firenze -

I lavoratori in appalto della Società Opera Laboratori Fiorentini che lavorano nei musei statali di Firenze, costretti a proclamare lo sciopero per le giornate del 4 e 5 aprile, si vedono negare la possibilità di astenersi dal lavoro in seguito al pronunciamento dell’Autorità di Garanzia per gli scioperi.

L’iniziativa dello sciopero sarebbe illegittima perché il personale dei musei in appalto svolgerebbe servizio pubblico essenziale in quanto impiegato nella sorveglianza di beni culturali.

In realtà il personale che opera in appalto si occupa dei servizi di biglietteria, bookshop, prenotazione, accoglienza alla visita e guardaroba e pertanto non svolgerebbe attività lavorativa riconducibile ai “servizi pubblici essenziali”.

Ci preoccupa la dichiarazione dell’Autorità di Garanzia che di fatto impedisce il diritto di sciopero con una motivazione a dir poco discutibile. L’unica concreta possibilità dei lavoratori di manifestare il dissenso viene vanificata da un organismo che appare sempre meno indipendente e autorevole.

Ancora più grave è la revoca del presidio che si sarebbe dovuto tenere oggi sotto gli Uffizi da parte di CGIL e UIL, ormai asserviti alle richieste del potere politico.

Ci si accorge dell’importanza del lavoro svolto dal personale esternalizzato dei musei solo quando viene proclamata l’astensione dal lavoro, ma le condizioni contrattuali, retributive e la precarietà di tali lavoratori vengono dimenticate quando questi ogni giorno prestano le loro competenze nelle strutture pubbliche.

Gli esponenti politici si compiacciono del pronunciamento dell’autorità di Garanzia e riprendono ad assicurare la “clausola sociale” durante la prossima gara d’appalto, ma queste promesse restano solo dei vaghi propositi mentre l’incertezza sul futuro dei lavoratori aumenta.

Dopo aver esternalizzato in modo feroce i servizi e la gestione dei principali musei fiorentini garantendo una rendita milionaria a una società privata, la politica concentra la sua attenzione sui soggetti più deboli della collettività, i lavoratori in appalto.

Le regole del mercato ancora una volta restano valide solo per i lavoratori: fra concessioni rinnovate o prorogate per anni, le aziende private che hanno in concessione dallo Stato la gestione dei servizi museali fanno incassi anche di 10 volte superiori a quelli dello Stato, senza obbligo di reinvestire né in valorizzazione dei beni in concessione né in tutele e garanzie per coloro che ci lavorano. Insomma la tipica imprenditorialità nata da appoggi politici per garantire profitti privati, per pochi, sempre gli stessi. Rendite private sui beni pubblici.

In tutto questo ovviamente concorrenza e libero mercato non sono validi ma sono validissimi per chi questi profitti li crea: i lavoratori, che restano stritolati dalle logiche di interessi economici e politici e per di più ostaggi, per legge, dei sindacati confederati asserviti a quegli stessi interessi.

Pretendiamo tutele concrete ai cambi d’appalto, valide per tutti i lavoratori e per tutti i settori in appalto, sia statali sia comunali, di musei, biblioteche, scuole, asili, mense, pulizie etc. e non accettiamo che venga impedito ai lavoratori di scioperare.

Coordinamento Lavoratori Servizi Pubblici In Appalto

Firenze 28 marzo 2015