Palazzo Vecchio:Appalto scuola dell'infanzia, dopo quattro mesi, alcune riflessioni

Appalto scuola dell’infanzia, dopo quattro mesi, alcune riflessioni

 

La scelta dell'amministrazione di appaltare parte delle scuole dell'infanzia comunali si mostra, ad anno in corso, fallimentare, nonostante la vicesindaca Giachi continui a rilasciare interviste in cui si ritiene soddisfatta della sperimentazione e si faccia forte del consenso della maggioranza dei genitori. Nonostante le polemiche si siano inevitabilmente affievolite.

È fallimentare un sistema scolastico in cui metà del personale docente non è - di fatto - inquadrato come docente, non è necessario che prenda parte al piano dell'offerta formativa e non è stato assunto da concorso pubblico.

Questo personale guadagna diverse centinaia di euro in meno al mese, rispetto a quello comunale che svolge la stessa mansione, e in estate si vede dimezzare lo stipendio. E la giustificazione a tanta ingiustizia - il comune non ha soldi e deve risparmiare - nasconde una realtà ben diversa: il risparmio economico non c'è, perché il risparmio reale è sui diritti dei lavoratori. Il personale di cooperativa è precario e ricattabile: facile ridurne i diritti all'osso senza il rischio di proteste.

Dunque la vicesindaca non può far altro che nascondersi dietro la soddisfazione della maggior parte di genitori.

Non si stenta a credere che alla maggioranza dei cittadini (e dunque dei genitori) non interessi che ci sia uguaglianza di trattamento tra lavoratori con uguali mansioni, che la scuola comunale resti un servizio pubblico e non venga ceduta a privati e che il collegio docenti sia completo con tutti gli insegnanti e non con solo la metà di essi.

Se fosse diverso, se la maggioranza dei cittadini (e dunque dei genitori) avesse a cuore questi cardini su cui si poggia la scuola e quindi la società, forse le cose in questo paese non starebbero messe così male, in effetti.

Forse i genitori che hanno a cuore queste cose sono pochi, una minoranza, ma a loro deve andare il sostegno di altre parti sociali, indignate da questo carrozzone che poco ha a che fare con la scuola. Di sicuro non serve un questionario per rilevare che le cose nelle scuole appaltate di Firenze non vanno bene, che lavoratrici e lavoratori sono sfruttati e che gli appalti nel pubblico non fanno risparmiare soldi alle amministrazioni nè migliorano i servizi, ma che impoveriscono tutti noi.