Firenze: INFANZIA, APPALTI E PRECARIETA' !

INFANZIA, APPALTI E PRECARIETA’ !

 

 

Sulla questione degli appalti nelle scuole dell'infanzia del Comune di Firenze, la vicesindaca Giachi va dritta per la sua strada: per fronteggiare il pensionamento e il passaggio allo Stato di 38 unità lavorative previsto per il prossimo anno, infatti, verranno assunti solo 4 o 5 nuovi docenti.

A colmare il vuoto, dunque,ci penserà un nuovo bando di gara che amplierà l'appalto ad altre scuole del Comune, oltre a quelle già interessate: questo significa che la 'sperimentazione' non solo continua, ma pian piano si diffonde, poco importa se malcontenti e perplessità vengono espressi da sindacati e da parte degli utenti del servizio.

Di pochi giorni fa sono le affermazioni della vicesindaca nel corso di un'intervista rilasciata ad una radio cittadina: "Il comitato L'infanzia non si appalta ha fatto un ricorso. [...]Quindi se loro avessero putacaso soddisfazione nel loro ricorso questo determinerà la chiusura del servizio incriminato, non certo il suo cambiamento perché ad oggi non è possibile provvedere diversamente a questo servizio."

Dunque se il Tar dovesse considerare illegittima la scelta di appaltare parte del servizio, l'unica possibilità del Comune sarebbe chiudere le scuole dell'infanzia e la responsabilità sarebbe non delle scelte dell'amministrazione, ma di cittadini che legittimamente hanno presentato un ricorso.

Ma oltre al malcontento di parte dell'utenza, anche le condizioni dei lavoratori non sono tra le migliori: la vicesindaca continua a sostenere che le lavoratrici esternalizzate sono maestre a tutti gli effetti. Ma allora non è chiaro perchè a parità di responsabilità e di mansioni svolte, le maestre esternalizzate debbano avere un contratto da educatori con funzione docente e non un contratto da docente, debbano essere inquadrate con un part-time invece del full time previsto dal contratto docenti, abbiano uno stipendio dimezzato nei mesi estivi e debbano guadagnare ogni mese sensibilmente meno delle loro colleghe del Comune. Insomma, perchè debbano essere delle lavoratrici precarie.

La scelta di rendere le scuole comunali fiorentine fabbriche di precari, luoghi in cui alcuni lavoratori non hanno gli stessi diritti dei colleghi con cui si trovano a lavorare ogni giorno non è una scelta etica né condivisibile.

L'Amministrazione non può continuare a mettere la testa sotto la sabbia, a fingere di non vedere le falle di un gioco, quello degli appalti, che semplicemente non funziona.

Non funziona perchè i lavoratori perdono i propri diritti e perchè il servizio pubblico, pezzo dopo pezzo, sta inesorabilmente passando in mano a cooperative e aziende private.