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Firenze: Situazione in alcuni centri di accoglienza

Firenze -

Alcuni richiedenti asilo che vivono in centri di accoglienza della provincia di Firenze, gestiti da una stessa cooperativa, ci hanno denunciato che i 25 euro settimanali che hanno a disposizione per la spesa vengono erogati in buoni spendibili presso un solo supermercato: questo non permette loro di avere libertà di acquistare il cibo.

Alla richiesta di poter avere i 25 euro settimanali sulla carta dove già viene versato il pocket (di circa 2 euro al giorno), la cooperativa ha risposto che non è possibile e che l'unica possibilità è quella di cambiare supermercato, ma il metodo di pagamento, in buono o carta prepagata spendibile presso un unico supermercato, non varia.

 

Per questo motivo circa sessanta richiedenti asilo hanno intrapreso uno sciopero della fame che è durato due settimane, rifiutando il proprio buono, per acquisire il diritto di scegliere cosa mangiare e dove acquistarlo.

 

Queste persone non solo non hanno libertà di movimento e sono obbligate ad aspettare una risposta sul loro futuro in un centro di accoglienza che ha regole che lo fanno sembrare un luogo di detenzione, ma non possono neanche avere la libertà di scegliere quali prodotti alimentari acquistare e dove.

 

Ieri abbiamo accompagnato una rappresentanza dei ragazzi in sciopero ad un incontro con la cooperativa: pur mostrando apertura nella scelta del supermercato, c'è stata una chiusura nel modo di erogazione dei soldi. Eppure, non esiste una regola specifica e ogni cooperativa gestisce l'erogazione del buono pasto come meglio ritiene. Da bando di gara, infatti, la Prefettura determina che i generi alimentari possano essere direttamente acquistati dagli ospiti della struttura ma nei modi indicati dai gestori del CAS. Questa è una linea guida generica, ed ogni cooperativa gestisce come crede la somministrazione dei 25 euro in generi alimentari: manca un criterio di uniformità.

 

Dopo l'incontro di ieri, i richiedenti asilo hanno deciso di interrompere lo sciopero e di ricominciare a mangiare ma di continuare, in altre strade, a chiedere il diritto di poter decidere loro dove acquistare la propria spesa.

 

Noi continueremo ad essere al loro fianco e a denunciare un sistema di accoglienza troppo spesso carente anche dal punto di vista del rispetto dei diritti di chi vive in una condizione provvisoria e di attesa; resistiamo insieme a quanti, con coraggio e ostinazione, hanno deciso di denunciarne le prepotenze.

 

Firenze, 12\05\2017