Appalti, minacce e sfruttamento. Cosa sta succedendo al salumificio Sandri di Montescudaio?
Da alcune settimane ci stiamo occupando di uno stabilimento industriale che si occupa della preparazione e del confezionamento di carni per conto di alcuni marchi della grande distribuzione organizzata come Coop e Conad. Parliamo del "Salumificio Sandri di Sandri Roberto, Antonio & Umberto SRL Montescudaio.
Società che, da visura camerale aggiornata, risulta essere “impresa artigiana (sezione speciale)” con 33 dipendenti. Nella realtà, così come è indicato sul loro sito, nello stabilimento lavorano circa 160/180 addetti su diverse linee di produzione e confezionamento.
La stragrande maggioranza degli impiegati sono donne lavoratrici con anzianità anche decennale che hanno subito decine di cambi di appalto. Alcuni anni fa una cooperativa che ha assunti tutte le lavoratrici ha chiesto 10 mila euro di quota sociale a testa, comprese le lavoratrici con contratto i pochi mesi.
Uno degli ultimi soggetti titolari "dell'appalto" non ha ancora versato il TFR.
Il contratto nazionale applicato è quello multiservizi/pulizie quando nella realtà le mansioni svolte sono quelle di addette alla preparazione e al confenzionamento della carne con l'utilizzo di macchinari e linee di produzione.
Con questo sistema, appunto, ci sono dei lavoratori che prestano servizio all'interno della stabilimento che non hanno mai avuto un contratto a tempo indeterminato nonostante siano anche 4/5 anni che si trovano a svolgere le proprie mansioni, anche altamente specializzate, dentro al salumificio.
Recentemente le lavoratrici hanno deciso di dire basta a tutto questo. E' già stato organizzato un primo sciopero che ha visto una massiccia adesione e per la giornata di domani è prevista una nuova iniziativa di mobilitazione. Nell'impossibilità di contenere e gestire una situazione ormai insostenibile per i lavoratori e le lavoratrici si è quindi passati alle minacce. Nella giornata di oggi la società ha fatto circolare un volantino in cui si avvisa i lavoratori che lo sciopero è "illegittimo" e verranno chiesti eventualmente i danni. Pura follia. Parliamo di un salumificio non certo un ospedale o una RSA. Parliamo di una società che, sulla carta, eroga servizi quando in realtà occupa i propri dipendenti nella produzione industriale.
Parliamo di un sistema che, a nostro avviso ed è ovviamente solo un’ipotesi da verificare, nasconde (neanche troppo bene) una somministrazione illecita di manodopera.
Come USB avevamo fatto una richiesta molto precisa. Sedersi ad un tavolo e iniziare un percorso per "mettere in regola" i rapporti di lavoro. L'obiettivo è l'applicazione del giusto contratto nazionale (industria alimentare) e l'internalizzazione. Nell'immediato vi era la richiesta di aumenti salariali per tutti.
La committenza ha deciso di chiudere al dialogo, prendendo tempo, nella speranza che tutto rimanga come prima.
Dal canto nostro ci chiediamo. Ma gli Enti preposti, le istituzioni locali, l'ispettorato, dov'erano fin'ora? Possibile che questo sistema sia andato avanti per anni e anni senza che nessuno abbia mai mosso un dito? Dei sindacati confederali ovviamente non ci meravigliamo. Hanno sempre firmato ogni cambio appalto senza contestare niente.
Domattina dalle ore 9 saremo davanti ai cancelli dell'industria Sandri ancora una volta. Non ci faremo intimidire. Quello che vogliamo è solo il rispetto della legalità e dei diritti minimi.
Basta salari da fame! Basta appalti, basta sfruttamento!