Case popolari Pisa: “sinistra” e destra unite contro gli inquilini. Asia USB: riformulare il bando

Pisa -

A proposito del ricorso al TAR Toscana contro il bando per le case popolari del Comune di Pisa proposto da associazioni di inquilini, c’è da dire che il bando ERP 2020 si basa sulla legge regionale del 2019, alla quale fa riferimento l’assessore Gambaccini. Tale normativa è stata decisa dal consiglio regionale della Toscana a maggioranza PD e stabilisce, fra i criteri per i punteggi dell'assegnazione degli alloggi, la storicità della residenza o della situazione lavorativa. 

L'intenzione della Giunta Rossi era quella di rincorrere la Lega sul suo stesso piano nello svantaggiare gli immigrati, che in molti casi non possono vantare una presenza di anni sul nostro territorio.


Questo scopo è stato raggiunto con la legge del 2019 da cui scaturisce l'ultimo bando del 2020 a Pisa, nel quale è anche richiesta una dichiarazione, tradotta dall'ambasciata italiana, di non possesso di immobili nel paese di origine da parte degli immigrati. 
 

Ma le conseguenze hanno superato le aspettative: infatti dicendo “prima gli italiani" alla fine non viene prima nessuno, anzi vengono tutti dopo, compresi gli italiani che per vari motivi (lavoro, matrimonio, malattie, eccetera) sono stati costretti a cambiare residenza negli ultimi anni ma che vivono effettivamente a Pisa.
 

Questo dimostra ancora una volta che non c’è alcuna differenza tra destra e “sinistra" sia riguardo alle politiche abitative, come nel caso attuale, ma anche su tutto quello che riguarda la difesa dei diritti fondamentali quali la casa, la salute, i diritti dei cittadini stranieri, ed altro. 
 

Il pensiero unico liberista degli ultimi anni, in ossequio ai diktat dell’Unione Europea, ai dogmi del patto di stabilità e del pareggio di bilancio ha impedito ai Comuni di investire nella ristrutturazione e nell'aumento del numero di alloggi popolari. 

A Pisa ci sono 4000 case private sfitte, oltre 200 alloggi popolari vuoti, mentre aumentano in maniera esponenziale gli sfratti per morosità incolpevole. 

Il modo per risolvere la questione abitativa non è quello di innescare una guerra fra poveri, ma di mettere a disposizione le risorse che tutti i governi di destra, centro e sinistra regalano a banchieri ed industriali, dirottandoli verso la costruzione di alloggi popolari, mettendo a disposizione il patrimonio pubblico inutilizzato e non svendendolo come nel caso della mattonaia, intervenendo sul libero mercato per calmierare i prezzi, aumentando del 50% l'IMU per le case sfitte.

In attesa della pronuncia del TAR noi, come ASIA USB, sosteniamo la lotta dei ricorrenti con iniziative che definiremo nei prossimi giorni. 

AS.IA.- USB  Pisa