CCNL Metalmeccanici, 8 ore di sciopero. Nessun cedimento alla prepotenza di Confindustria
Lavoratrici e lavoratori, il rinnovo del CCNL dei metalmeccanici sta assumendo un carattere di vero e proprio scontro politico a tutto tondo. Il presidente di Confindustria Bonomi quando ha respinto gli aumenti salariali, è andato oltre lo specifico rinnovo contratto metalmeccanico, ha richiamato il rispetto del Patto per la fabbrica sottoscritto con Cgil, Cisl, Uil e Ugl.
È il manifesto politico di una classe imprenditoriale fallita, lontana dalle esigenze vere del paese, che mentre de-localizzava, contribuendo a impoverire il tessuto industriale e occupazionale, s’ingozzava di aiuti pubblici sotto forma di sovvenzioni e sconti fiscali.
Nonostante tutto questo, gli industriali chiedono di mettere fine al blocco dei licenziamenti, di gestire le risorse provenienti dal MISE, dal SURE e del Recovery Fund. Utilizzando la pandemia, Confindustria mira a condizionare la politica economica del governo e a peggiorare le condizioni salariali e d’impiego dei lavoratori.
Se il piano posto dalla controparte è generale, l’USB ritiene che si devono porre al centro le rivendicazioni che toccano tutti i lavoratori dell’industria, non solo quella metalmeccanica:
- Salario e non buoni spesa! La rivendicazione degli aumenti salariali pari 180 € non riparametrati e non assorbibili, è una risposta al crollo dei salari e al diritto all’emancipazione.
- Chiedere di ridurre l’orario a parità di salario, è un’esigenza moderna di fronte ai processi d’innovazione tecnologica, che se governata secondo i criteri padronali comporterà licenziamenti e un peggioramento dei nostri diritti.
- Superare la previdenza/pensione complementare (Cometa) e la sanità privata (MetaSalute), che drenano soldi nei nostri contratti e sostenere una sanità e una previdenza pubblica forte ed efficiente, è una necessità urgente che la pandemia ci ha sbattuto drammaticamente in faccia.
- Molti di noi, sono privi di diritti sindacali, all’interno delle aziende lavorano persone con diversi contratti. Il jobs act e l’abolizione art. 18, hanno elevato il potere di arbitrio delle aziende, il tema dell’estensione piena dei diritti è centrale, chi produce ricchezza non può essere privo di tutele reali.
Respingiamo la politica confindustriale che chiede fondi pubblici ma aggrava il numero delle tante crisi industriali.
È tempo di una "nuova IRI" con un pieno intervento pubblico nell'industria, fatto di gestione, pianificazione e sviluppo, nell'interesse generale del paese e dei lavoratori.
USB proclama un pacchetto di 8 ore di sciopero
dal 26 ottobre al 5 novembre
che le Rsu svilupperanno in accordo con le federazioni territoriali
Roma 19-10-2020
USB Lavoro Privato - Metalmeccanici-Industria