Commercio Firenze:Continua la battaglia dei lavoratori del commercio "L'8 io lotto ancora".
Continua la battaglia dei lavoratori del commercio “L’8 io lotto ancora”.
Dopo la manifestazione del 8 dicembre organizzata da USB, i lavoratori del commercio e USB scendono di nuovo in piazza.
Sabato 8 marzo i dipendenti USB dell’ipermercato Panorama del Centro Commerciale i Gigli, organizzano uno sciopero di 2 ore con presidio ai Gigli. Sciopero che denuncia l’atteggiamento dell’azienda che non intende avviare trattative concrete in merito al lavoro domenicale, e che non intende rendere noto ai lavoratori, né alle organizzazioni sindacali, se chiederà la proroga della Cassa Integrazione Straordinaria avviata lo scorso maggio.
È di questi giorni l’annuncio da parte del direttore dei Gigli del record di visitatori all’interno del Centro Commerciale, che pare abbia superato i 18 milioni di presenze nel 2013. Nonostante questa importante affluenza il punto vendita Panorama denuncia un calo di vendite. Sembra evidente che l’azienda sia totalmente incapace di rilanciare il proprio punto vendita, poiché l’unico provvedimento che è stata capace di prendere per rispondere a questo calo di fatturato è stata l’apertura di una Cassa Integrazione Straordinaria a carico dei soli dipendenti, la procedura infatti non riguarda i capo reparti e capoarea. Quindi una crisi che Panorama fa gravare esclusivamente sulle spalle, ormai esauste, dei lavoratori.
“L’8 io lotto ancora” porta avanti la sua protesta, con una voce in più, che è quella delle lavoratrici che nel giorno della loro festa si ritrovano di nuovo a dover denunciare problematiche che gravano doppiamente sulle spalle delle donne poiché la situazione lavorative sono completamente cambiate: dove si impone il lavoro domenicale e festivo, dove i servizi pubblici non sono attivi spesso neanche il sabato, ed in un settore dove l'80% degli occupati sono di sesso femminile, si evidenzia una forte contraddizione perché in un mondo dove tutto si è ribaltato in Italia sono ancora le donne che si fanno carico della famiglia, seguono i figli, ma anche parenti anziani e malati. Nel giorno della festa della donna quindi si fa più alto il grido di tutte queste lavoratrici che non hanno bisogno di ipocrisie e falsi sorrisi, ma di una politica lavorativa non discriminatoria e riorganizzata che faccia spazio ai valori della famiglia, ormai oltraggiati da ritmi sfrenati e persecutori del lavoro che ad oggi non hanno portato nessun dato positivo a questa spaventosa crisi economica.