Comunicato Operatori Assistenza Domiciliare
Cari cittadini, cari colleghi,
E' agosto, un agosto torrido e lavorare d'agosto è veramente difficile ma gli anni passati gli operatori del domiciliare, ad agosto, avevano qualcosa di cui gioire. Riscuotevano l'Ert, un premio produzione che serviva a riequilibrare dei conti che già cominciavano ad essere in rosso. Il nostro stipendio arriva a fatica a 1000 euro il mese. E' da qualche anno che questi lavoratori non riscuotono l'Ert e probabilmente non lo riscuoteranno neanche quest'anno. Il motivo? Boh, ancora la cooperativa Di Vittorio ci deve comunicare il perché di questa decisione. E pensare che siamo soci. Un bel risparmio per la cooperativa.
Per dire la verità di risparmi la cooperativa, sulla pelle dei lavoratori, ne fa tanti. Cominciamo dalla decisione, unilaterale, di non pagarci più dieci minuti ad ogni fine turno lavorativo. Perché? Anche in questo caso non c'è stato spiegato, visto che le condizioni d'appalto non sono cambiate.
Sempre a proposito di risparmi, passiamo al capitolo rimborsi carburante. Gli operatori dell'assistenza domiciliare della cooperativa Di Vittorio sono costretti ad usare il proprio mezzo di trasporto per spostarsi da un utente all'altro. Come? Almeno la cooperativa darà un rimborso chilometrico secondo le tabelle Aci? Se uno in cooperativa parla di tabelle Aci, chiamano l'esorcista. No, come rimborso ci danno 31 euro il mese, mentre noi ne spendiamo qualche centinaio! Non solo, se durante l'orario di lavoro ci succede un incidente in auto o in motorino, i danni al mezzo li dobbiamo pagare di tasca nostra. E qui viene il bello. Fruga, fruga, tra i bellissimi accordi firmati dai confederali e la cooperativa Di Vittorio, gli operatori del domiciliare, di recente, hanno scoperto un accordo che disciplina i rimborsi carburante. Che non sono quelli Aci, ma molto più sostanziosi dei ridicoli 31 euro. Domanda: perché quest'accordo è sempre stato tenuto nascosto? E soprattutto, visto che quest'accordo è datato 2002, quanti soldi ha risparmiato la cooperativa?
Un'ultima cosa. Non è che la cooperativa Di Vittorio cerca di ovviare a tutti questi problemi adottando dei criteri organizzativi che vadano incontro alle esigenze dei dipendenti? Non proprio. I lavoratori del domiciliare mostrano una flessibilità allucinante. Tipo un giorno possono entrare a lavorare alle 7 del mattino, smettere alle 10, ricominciare alle 17 per smettere nuovamente alle 19. Lavorano 5 ore (e vengono retribuiti per 5 ore), ma stanno fuori casa 12 ore. Non solo. I servizi non vengono organizzati in modo da tenere conto delle distanze tra un utente e l'altro. Per cui capita abbastanza spesso di spostarci da un estremo all'altro di un quartiere come una pallina da ping pong, per poi ritornare al punto di partenza e ripetere questa operazione diverse volte in un giorno. Tutto questo, sia ben inteso, con un rimborso di 31 euro al mese.
La Cooperativa Di Vittorio a parole dice di essere disponibile a migliorare le condizioni lavorative dei propri dipendenti, come in realtà dovrebbe fare una cooperativa che porta quel nome, ma alla prima occasione mostra un volto aziendalista. Non lo fa con la ruvidezza del vecchio padrone di fabbrica, ma con un sorriso colmo di "umana comprensione".
Firenze 20 Agosto 2013