COMUNICATO STAMPA CONFEDERAZIONE USB FIRENZE Sulle giornate di mobilitazione del 10 e dell'11 novembre
COMUNICATO STAMPA CONFEDERAZIONE USB FIRENZE
Sulle giornate di mobilitazione del 10 e dell'11 novembre
Il 10 e l'11 novembre sono state due giornate di lotta importanti. Manifestare il proprio dissenso è importante perchè come diceva Rosa Luxemburg la libertà è sempre libertà di dissentire.
Il 10 novembre è stato lo sciopero generale dei lavoratori; l'11 novembre a Roma c'è stata la manifestazione nazionale di Eurostop contro l'UE, la Nato e le politiche imperialiste europee e mondiali.
Il 10 novembre non è stato lo sciopero dei trasporti, come battezzato da gran parte della stampa cittadina e nazionale.
Lo sciopero generale è cosa ben diversa: è lo sciopero di tutti i lavoratori ed ha forte valenza politica. Si fermano i lavoratori del settore pubblico e privato; riguarda pensionati, studenti, precari.
Contro il tentativo da parte padronale di dividere i lavoratori, di creare tensioni tra ultimi e penultimi, tra giovani e pensionati, tra migranti e italiani, tra lavoratori esternalizzati e quelli interni alle pubbliche amministrazioni, lo sciopero generale ha il valore aggiunto di strutturare la nuova sfida del sindacato: unirli, i lavoratori.
Unire quando la debolezza principale è proprio la divisione tra i lavoratori. Manifestare insieme contro il Jobs Act, la Buona Scuola, la Fornero, la Minniti Orlando. Contro le leggi che rendono i lavoratori schiavi e quelle che limitano il diritto allo sciopero e la libertà.
Lo sciopero generale del 10 novembre ha avuto una grande adesione, in molte città ci sono state diverse forme di protesta: a Firenze hanno sfilato insieme lavoratori, studenti, pensionati, comparti della società vessati da crisi e conseguente austerity, di cui pagano il prezzo sempre penultimi, ultimi e ultimissimi.
Un corteo colorato, composto da centinaia di persone a cui non è stato dato il giusto rilievo: sul balletto dei numeri non serve neanche la velina della Questura, ci pensano direttamente i media a dare i numeri al ribasso.
Eppure una conferenza stampa è stata indetta e sono state ampiamente trattate le motivazioni politiche dello sciopero, ma è prevalso l'interesse per il disagio, ed ecco che lo sciopero generale si trasforma in sciopero dei trasporti o – al limite – in sciopero della scuola.
L'accento viene posto sul disagio e mai sui contenuti.
Invece sarebbe stato giusto dare importanza quanti pagano il prezzo delle politiche di questi governi specchio dell'UE.
Minimizzare e ignorare la protesta dei lavoratori sfruttati è un modo di mettere il bavaglio, di limitare quel dissenso alla base della libertà.
E dunque la disinformazione va a braccetto con le cariche a freddo sui lavoratori a Roma e con i blocchi dei cortei a Napoli e – ancora – a Roma.