Femminicidio: Dedicato alle colleghe e ai colleghi di Michela.

Femminicidio

Dedicato alle colleghe e ai colleghi di Michela.

Con questa piccola riflessione vorremmo, con profonda umiltà, provare ad alleviare il vostro e nostro dolore dando un nome a un crimine antico quanto l’essere umano.

Dice Marcela Lagarde, antropologa messicana fra le prime a teorizzare il concetto di “femminicidio”, che questo nasce e si sviluppa là dove un’insieme di norme, di politiche e di modi di convivenza tendono a opprimere il genere femminile ai fini di detenerne il controllo e si completa quando si tende a distorcerne le cause e le motivazioni, quando si negano le conseguenze e quando si minimizzano i danni fisici e psicologici subiti dalle donne. Esiste in questo triste fenomeno una volontà, al di là dell’omicidio in senso fisico, di cancellazione simbolica della donna e delle sue libertà sia in ambito pubblico che privato.

Cerchiamo quindi di riconoscere e combattere la cultura misogina che comprende purtroppo ancora oggi una varietà molto ampia di aberrazioni di ogni tipo contro le donne e le bambine nel mondo, dagli abusi agli stupri, dalle mutilazioni genitali ai matrimoni forzati e alla schiavitù sessuale, e che affonda le proprie radici in un substrato di arretratezza culturale dove non si accetta che una donna possa essere libera di scegliere.

Insegniamo ai nostri figli che il femminicidio esiste anche oggi e che in Italia il delitto d’onore, che concedeva le attenuanti al criminale di turno, insinuando che una donna che osava disobbedire al marito o al padre in fondo se l’era cercata quella morte, ha resistito fino al 1981.

Infine bisognerebbe che anche le scuole educassero le ragazze e i ragazzi all’affettività e al rispetto di genere perché una società che trascura le relazioni tra uomo e donna è una società ingiusta e meno libera.

Vania e Silvia

Rsa usb//TA Firenze