Firenze:Lavoratori Cooperative Assistenza Domiciliare
Siamo gli operatori del servizio di assistenza domiciliare di Firenze e dell’area Nord-Ovest, in appalto alla cooperativa G. Di Vittorio. Svolgiamo servizi di assistenza alla persona anziana e diversamente abile, categorie insomma ad alto rischio di contagio covid-19.
Noi in questi mesi non ci siamo mai fermati e abbiamo continuato a lavorare.
Abbiamo fin da subito denunciato alla cooperativa e alle istituzioni, all’indomani del 9 marzo, che le nostre condizioni di lavoro non erano in sicurezza. Abbiamo chiesto dispositivi di protezione idonei (tute con cappuccio, mascherine ffp2/ffp3, visiere e occhiali per gli occhi) per proteggere noi e gli utenti che assistiamo dal virus, dato che per ovvie ragioni visto il lavoro che facciamo siamo a strettissimo contatto con la persona assistita, oltre alla richiesta di uno screening con tamponi per tutti gli operatori.
Le mascherine che ci sono state date dalla cooperativa sono numero due mascherine chirurgiche lavabili a casa propria (rischiando che il lavoratore si porti il virus a casa) e 15 mascherine chirurgiche in tessuto non tessuto con uno strato singolo con lacci legabili che fanno sì che la mascherina non aderisca bene al volto.
Come ormai sappiamo bene le mascherine chirurgiche non sono un dispositivo di protezione individuale poiché proteggono l’utente ma non l’operatore. Svolgendo un servizio di cura e igiene alla persona, quando ogni giorno in ogni casa dove andiamo facciamo il bagno, laviamo il viso oppure i denti ai nostri assistiti è ovvio che non possiamo mettere la mascherina all’utente, di conseguenza l’operatore in quel momento è ad alto rischio. Per questo servono mascherine ffp2/ffp3 assieme alle protezioni per gli occhi e tutti gli altri dispositivi di protezione.
Potevamo capire all’inizio dell’emergenza che la cooperativa avesse problemi a reperire i dispositivi di protezione idonei, ma adesso sono passate diverse settimane e tali dispositivi possono essere facilmente reperiti. Non vorremmo che la motivazione per la quale la cooperativa non fornisce i dpi adeguati fosse una motivazione di tipo economico.
A marzo abbiamo anche dichiarato uno sciopero ad oltranza che ci è stato bloccato dalla commissione di garanzia dopo tre giorni. Siamo stati costretti a tornare a lavorare senza che fosse stato risolto il problema della sicurezza.
Il punto è che oggi la situazione è più che mai preoccupante, mentre si parla di riaperture di alcune attività lavorative, il virus è arrivato anche all’assistenza domiciliare. In un palazzo dove andiamo a fare un servizio un inquilino è risultato positivo al virus e anche un utente in carico al servizio è risultato positivo.
È totalmente assurdo che ci siano categorie di lavoratori come medici di famiglia oppure assistenti sociali che giustamente non possono assolutamente entrare nelle case perché ambiente a rischio, mentre noi entriamo nelle case senza gli adeguati dispositivi di protezione. Come è assurdo che mentre le singole attività come regola per poter riaprire al pubblico devono sanificare tutto l’ambiente e noi ogni giorno entriamo in ambienti potenzialmente non sanificati.
Vogliamo tutti i dispositivi di protezione idonei e vogliamo che gli operatori siano seguiti con tutte le dovute accortezze. Vogliamo i tamponi periodici per tutti noi, vogliamo essere monitorati dal punto di vista sanitario in maniera costante.
Il principio base del d.lgs. 81/2008 è che per tutelare la sicurezza e la salute dei lavoratori nei luoghi di lavoro bisogna ridurre il rischio al minimo… A noi operatori sembra che enti e cooperative stiano facendo il minimo per un rischio che è altissimo!
U.S.B. SOSTIENE LE LAVORATRICI E I LAVORATORI DOMICILIARI IN LOTTA PER IL DIRITTO ALLA SALUTE DI TUTTI E DI TUTTE!
Firenze il 24.04.2020