Firenze:Scuole infanzia comunali; insegnanti in appalto delle cooperative immediata sanatoria dell'ingiustizia

Firenze -

Ancora una volta l’esternalizzazione dei servizi comunali ed il lavoro in appalto si manifesta come  strumento di sfruttamento dei lavoratori, fonte di ingiustizia e disparità.
Lo denunciava l’Unione Sindacale di Base al momento dell’annuncio dell’esternalizzazione di interi settori della scuola dell’Infanzia Comunale, aderendo e partecipando al movimento spontaneo che nacque tra i genitori riuniti sotto lo slogan “l’Infanzia non si Appalta”.
       

        In un momento di crisi, come quello che stiamo attraversando in questo periodo, tutte le storture e le ingiustizie del lavoro in appalto emergono chiaramente e dobbiamo tornare a denunciarle con forza.
Già durante i regolari periodi di scuola le insegnanti in appalto delle cooperative godono di minori diritti rispetto alle colleghe comunali, guadagnano meno, hanno orari lavorativi più lunghi, meno compresenze e vivono la continua angoscia e frustrazione di essere perennemente precari.
       

        Appena scoppiata l’emergenza sanitaria ed una volta chiuso il servizio delle Scuole dell’Infanzia, il carico di ingiustizia è notevolmente aumentato dato che le insegnanti in appalto sono stati subito messe in cassa integrazione o a lavorare da remoto per un orario (ed uno stipendio) ridotto; mentre le insegnanti comunali hanno, giustamente, la possibilità di svolgere l’intero orario di servizio in modalità remota.
 

        L’Unione Sindacale di Base quindi denuncia ancora una volta esigenza di equiparare i diritti dei lavoratori in appalto ai colleghi che operano nello stesso settore di lavoro.
Non è accettabile tollerare palesi ingiustizie, differenze tra lavoratori che svolgono le medesimi mansioni nel medesimo ambito.

Chiediamo pertanto alle autorità competenti che si facciano carico e portino avanti una politica di equità sociale che ponga termine a dolorose diseguaglianze tra lavoratori, cominciando da subito con l’applicazione dell’art 48 DPCM 17 marzo che autorizza le pubbliche amministrazioni ad attivare il 100% della modalità di lavoro da remoto e, in ogni caso a conferire, “vuoto per pieno”, la retribuzione al 100% come da bilancio preventivo e come già realizzato da ANCI Umbria e Lazio.

        In attesa di un riscontro

        Vi inviamo i più Cordiali saluti

 

Per la Federazione USB Firenze

 

Stefano Cecchi

Paolo Vecchi

Claudia Agati

Matteo Conti

Diego Biffoli

Elisabetta Morrone

Alberto Callaioli