FIRENZE:Situazione servizio assistenza domiciliare
Nel servizio di assistenza domiciliare i DPI, in particolare alcune mascherine e il gel disinfettante, stanno arrivando. Anche se gradualmente e in maniera ancora insufficiente, inoltre non è stato ancora adeguato il DVR per far fronte all’emergenza covid-19.
I servizi non sono stati riorganizzati, in modo da contenere il rischio contagio per gli operatori e per gli utenti. Ancora non si è proceduto a sospendere quei servizi dove l’utente può fare a meno della prestazione svolta dall’operatore, ovvero i servizi non essenziali. I lavoratori incorrono nel paradosso dove, sempre più spesso, sono gli stessi utenti dei servizi non essenziali a non far entrare l’operatore in casa per paura di contrarre il virus. La proposta era stata fatta all’indomani del 9 marzo e a tutt’oggi la cooperativa non ha provveduto alla sospensione di nessun servizio.
Gli operatori si ritrovano a dover lavorare con un orario che è pensato e organizzato con logiche pre-emergenza che causano molto disagio oltre che essere pericolose per la salute di utenti e operatori. Si dovrebbe ricorrere ad un tipo di organizzazione che limiti il rischio al minimo, invece si fa esattamente l’opposto.
La proposta è che la cooperativa cominci a fare prevenzione chiamando gli utenti del servizio, in modo da non mettere a rischio gli operatori e non farli spostare inutilmente lungo tutto il quartiere.
L’ufficio che coordina il servizio di assistenza domiciliare deve attuare un protocollo di sicurezza dove l’utente viene chiamato al telefono prima che il servizio venga svolto. Va chiesto all’utente se desidera il servizio e se in casa ha qualcuno che può effettuarlo al posto degli operatori, in modo da non esporre i lavoratori e gli stessi utenti al rischio del contagio.
Occorre rivedere l’organizzazione dell’orario. Eliminare i così detti “buchi in orario” e venire incontro ai lavoratori per garantire loro un orario ridotto. Occorre sospendere provvisoriamente, durante tutta la durata dell’emergenza, l’orario “spezzato” mattina-pomeriggio. Gli operatori devono avere un turno che sia di mattina o di pomeriggio, sempre per ridurre al minimo gli spostamenti e il rischio contagio.
Gli operatori chiedono di essere coinvolti nel lavoro di riorganizzazione degli orari, poiché sono essi gli unici a poter constatare correttamente se un servizio è effettivamente essenziale.
Intanto è indetto nuovamente lo stato di agitazione dei lavoratori della cooperativa Di Vittorio, valutando fin da subito ogni azione necessaria per la tutela della salute e della dignità di tutti.
Firenze 23 marzo 2020 USB Lavoro privato