Giovedì 28 ottobre a Livorno manifestazione contro il carovita e gli aumenti dei beni primari! Appuntamento alle 17 alla Prefettura

Livorno -

Negli ultimi mesi il governo dei “migliori” ha iniziato a gettare la maschera riguardo alle politiche sul lavoro e in ambito sociale. Con lo sblocco dei licenziamenti sono già migliaia i lavoratori e le lavoratrici lasciati a casa, che si sommano al milione di posti di lavoro persi durante la pandemia. Di 150 vertenze aperte al Ministero dello Sviluppo Economico, nessuna sta trovando una soluzione positiva. Un monito per tutte quelle aziende del territorio attualmente in “crisi”, rispetto all’approccio di questo governo per salvare i posti di lavoro. Contemporaneamente aumentano gli interventi di polizia contro i lavoratori che protestano. Le violente cariche ai danni delle lavoratrici Alitalia a Roma o i portuali di Trieste sono lì a dimostrarlo.

Di fronte a questo scenario sono arrivate le prime stangate sul carovita: +30% gas, +40% luce, +40/50% GPL e metano + 30% alimenti, + 20% Tari. Aumentano le spese ma i salari diminuiscono.

Nel nostro paese stenta a decollare il dibattito sul salario minimo per legge. Una misura già istituita in tutti i paesi Europei. Anche in questo caso Cgil, Cisl e Uil difendono i loro privilegi scagliandosi contro il salario minimo e difendendo la contrattazione nazionale. La stessa contrattazione che ha partorito contratti da 4/5 euro l’ora.

USB, che ha partecipato al tavolo Ministeriale istituito dal passato governo Conte, ha chiesto con forza di approvare subito un salario minimo per legge a 9 euro netti l’ora. In linea con gli altri paesi europei. È arrivato il momento di imporre al governo Draghi la riapertura del tavolo nazionale sul salario minimo.

La pandemia che ci ha colpito ha generato un milione di famiglie in povertà in più rispetto agli anni precedenti. Sono circa 5,6 milioni gli italiani in forte difficoltà economica. Per questi motivi le risorse per il reddito di cittadinanza sono aumentate da 433 milioni nel 2018 ai 722 milioni di quest’anno.

Mentre, proprio grazie alla pandemia, multinazionali e imprese private hanno triplicato i profitti pagando solo qualche spicciolo di tasse al nostro Paese, è ripartita la guerra al reddito di cittadinanza. Con il pretesto dei “furbetti” da gennaio 2022 sarà probabilmente ridimensionato, quando invece ne avrebbero diritto migliaia di famiglie in più.

Vogliamo scendere in piazza anche per ribadire che i veri furbetti sono quelle migliaia di imprenditori che hanno usufruito della cassa integrazione senza averne diritto. Quelle imprese, come ad esempio nel settore logistica che, a seguito dei controlli INPS e DTL, sono risultate irregolari nel 90 % dei casi. Il reddito di cittadinanza non va eliminato ma allargato a tutte le famiglie in difficoltà.

Per questi motivi la Federazione del Sociale USB Livorno lancia un primo presidio per il giorno 28 ottobre dalle 17 di fronte alla Prefettura di Livorno.

Contro le politiche antipopolari del governo Draghi

Contro il carovita dilagante con aumenti dei beni primari fino al 50%

Per l'istituzione del salario minimo per legge a 9 euro netti l'ora come negli altri paesi europei

Per la difesa e l'allargamento del reddito di cittadinanza a tutte le famiglie colpite dalla crisi

 

MOBILITIAMOCI! FACCIAMOCI SENTIRE!

 

Federazione del Sociale USB Livorno