Industria Livorno: Sandri si prepara a licenziare le lavoratrici in appalto? Neanche un posto di lavoro deve essere perso, basta appalti, basta salari da fame

Livorno -

Da alcuni mesi le lavoratrici dell’industria alimentare Sandri si stanno battendo contro il sistema di appalti e contro i salari da fame all’interno dello stabilimento di Montescudaio. Unità produttiva che si dichiara “artigiana” ma che in realtà ha al suo interno diverse reparti per la lavorazione e il confezionamento di carni per la grande distribuzione organizzata come Coop e Conad e che ha fatturato 56 milioni di euro nel 2023. Circa 150 lavoratrici che da vent’anni lavorano in appalto con il contratto “pirata” multiservizi invece che quello dell’industria alimentare.
Proprio in questi giorni stiamo registrando alcuni movimenti all’interno della società che vanno analizzati nel dettaglio. Il rischio concreto è che si stia lavorando per eludere le normative sui cambi di appalto e preparare il licenziamento di decine di addette e addetti attraverso una “finta” crisi da dichiarare al momento giusto.  Nello specifico la committenza Sandri ha iniziato il trasferimento di alcuni lavoratori dalla società Nuovo Futuro Srl (l’impresa che detiene il numero maggiore di impiegati) ad un altro soggetto, che lavora sempre in appalto e che applica a sua volta il contratto da fame multiservizi. Tale soggetto sta quindi assumendo sia all’interno che all’esterno andando a sostituire con gradualità il lavoro precedentemente assegnato alla Nuovo Futuro (fino a qualche mese fa Camst). All’interno dello stabilimento, come più volte denunciato anche agli organi competenti, non è possibile individuare quale sia il segmento di lavorazione assegnato ad ogni singolo soggetto in appalto in quanto vi è parziale o totale promiscuità tra lavorazioni e lavoratori di diverse aziende. Ma la realtà è che le lavorazioni di Nuovo Futuro stanno progressivamente calando in favore di un’altra società.  Sembrerebbe, che Nuovo Futuro sia in procinto di abbandonare l’appalto già a fine aprile ma molto più probabilmente a fine giugno per superare il periodo di campagna elettorale e le elezioni amministrative nei vari Comuni interessati. A quel punto il Salumificio Sandri, che ha già lavorato per sostituire i lavoratori, potrebbe annunciare una parziale e simulata “internalizzazione” comunicando di non effettuare più un cambio di appalto cercando così di “eludere” le clausole sociali.  Magari giustificandosi anche con un calo di lavoro. Tutto ciò rischierà di produrre decine e decine di licenziamenti magari partendo proprio di quelle lavoratrici che con coraggio si stanno battendo per migliorare le proprie condizioni di lavoro. Abbiamo già segnalato agli organi competenti, che stanno conducendo alcune indagini sul sistema di appalti, questi movimenti. Ma vogliamo ribadire che non accetteremo neanche un licenziamento all’interno dell’industria Sandri e siamo pronti a mobilitarci fin da subito affinché ciò non avvenga.


Unione Sindacale di Base Livorno