JSW Piombino, i cinque punti per evitare un disastro sociale senza precedenti

Nazionale -

La vertenza piombinese JSW dopo l'ultimo incontro al Ministero dello scorso dicembre, in cui fu concessa una proroga della Due Diligence di ulteriori due mesi per la trattativa con Invitalia, è entrata in una nuova fase di silenzio e stallo.​ ​Occorre provare ad unire tutti i soggetti coinvolti, i rappresentanti politici eletti nel territorio ed i cittadini dell'intero comprensorio, intorno ad un unico e condiviso progetto per Piombino prima che si arrivi ad un disastro sociale senza precedenti.

Proprio per raggiungere questo obiettivo le segreterie provinciali Fim-Fiom-Uilm con i Coordinatori Rsu si sono confrontate con le organizzazioni USB e Ugl condividendo alcuni obiettivi che saranno oggetto di discussione nelle prossime assemblee, con l'obiettivo di rialzare l'attenzione mediatica sulla vertenza ma soprattutto sul far crescere la partecipazione alle iniziative di tutti i lavoratori.

  • È necessario che sia ben chiaro e definito chi deve fare cosa. Urge individuare una governance della vertenza che riunisca e coordini tutti i soggetti intorno al tavolo della cabina di regia, che stavolta deve veder coinvolte tutte le organizzazioni sindacali, per costruire un progetto per Piombino con un relativo accordo di programma che detti tempistiche certe.
  • Serve arrivare a conoscere il ruolo del polo siderurgico piombinese nel tanto proclamato Piano della Siderurgia Nazionale, che il governo ed i vari ministri hanno più volte annunciato. In questa fase di conflitto tra Russia e Ucraina, i bombardamenti di siti siderurgici e la difficoltà di reperire materie prime, hanno spinto il presidente Draghi a dichiarare la necessità di incrementare la produzione di acciaio, rendendolo un prodotto decisamente sempre più strategico.
  • Spingere l’imprenditore a presentare un piano industriale non più rinviabile, con tempistiche certe, affinché possano essere valutate le aree necessarie alla siderurgia con le sue relative concessioni portuali e restituire le aree non più utilizzate al territorio.
  • Pretendere da parte delle istituzioni regionali e comunali che nel Pnrr sia definito un progetto per la bonifica delle aree inutilizzate che rischiano di essere un pericolo per tutti i lavoratori e cittadini.
  • Le istituzioni devono costruire, anche tramite i fondi del Pnrr, come fatto dalla Regione Puglia, un progetto di formazione per la riqualificazione del personale da anni in cassa integrazione, affinché venga garantita la piena rioccupazione dei lavoratori, anche in prospettiva di progetti legati alla logistica e altre attività non siderurgiche, garantendo gli adeguati ammortizzatori sociali.

USB-Fim-Fiom-Uilm-Ugl

Piombino 29 marzo 2022