Magna Closures Guasticce, dopo la vittoria del no al referendum, la dirigenza non rispetta gli accordi e sospende 5 lavoratori a tempo indeterminato
Dopo che i lavoratori e le lavoratrici Magna, attraverso una consultazione democratica, avevano rigettato una prima proposta di accordo presentata dalla multinazionale, la dirigenza aziendale aveva deciso di ritirare la procedura di licenziamento collettivo.
Nella giornata di giovedì, senza coinvolgere preventivamente le organizzazioni sindacali e soprattutto la RSU in carica, la multinazionale ha imposto una sospensione a tempo indeterminato con cassa integrazione per 5 lavoratori. L’unico modo per rientrare in azienda è accettare un demansionamento. In pratica si è deciso di imporre unilateralmente uno dei termini della proposta aziendale rigettata con forza dalla maggioranza dei lavoratori Magna.
Una decisione molto grave che va, oltretutto, a mettere in discussione il precedente accordo sindacale sulla cassa integrazione in cui era prevista la rotazione. Si crea quindi una pesante discriminazione nei confronti dei lavoratori interessati dalla sospensione.
Tutto ciò mentre in questi giorni sono previste altre entrate di lavoratori a termine e la multinazionale continua a ricevere sostegni pubblici.
USB, Fim e Uilm hanno inviato una diffida alla Magna per il ritiro immediato di questa decisione ed è stata già anche contattata la Regione Toscana.
Se la sospensione non sarà ritirata, da lunedì unitamente ad un percorso legale inizieranno le prime mobilitazioni.
USB esige subito una convocazione da parte delle istituzioni sia per discutere il piano industriale che l’azienda ha tanto sbandierato ai vari tavoli, sia per mettere finalmente in discussione l’accordo (firmato dalla Fiom) sui contratti a termine ai quali viene garantita una retribuzione più bassa rispetto ai lavoratori “storici”, in quanto non viene riconosciuta la contrattazione di secondo livello ma solo la contrattazione nazionale.
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