NUOVO SANTA CHIARA: ECCELLENZA…MA NON SULLA SICUREZZA SUL LAVORO!
Mentre Giani effettuava l’ennesima passerella/sopralluogo presso il cantiere dell'Ospedale Nuovo Santa Chiara a Cisanello, venerdì 19 dicembre alcuni lavoratori della diagnostica di laboratorio sono finiti al pronto soccorso a causa di uno sversamento di sostanze tossiche reflue in un laboratorio.
Da diverso tempo il personale della struttura ha fatto numerose segnalazioni agli organi di competenza denunciando che erano costretti a respirare sostanza volatili cancerogene (ad esempio lo xilolo) anche a causa del fatto che non gli venissero forniti i DPI adeguati. Quello del 19 dicembre è solo l’ultimo di una serie episodi simili che si sono succeduti negli ultimi mesi e che hanno coinvolto il personale di Anatomia Patologica: dal 17 ottobre ad oggi ci sono stati 7 accessi al pronto soccorso (anche a causa di una rottura dell’impianto di aspirazione e ricircolo dell’aria) da parte del personale sanitario con diagnosi in dimensione “intossicazione da inalazione di solventi”, con l’aggravante che due lavoratori hanno subito danni permanenti.
Quanto successo nelle ultime settime rappresenta “la miccia” che ha portato le lavoratrici ed i lavoratori a denunciare questa situazione, infatti le loro condizioni di lavoro erano apparse già precarie sin dalla nascita dell’edificio 200 con un reparto Diagnostica di laboratorio che 10 anni fa fu collocato in strutture assimilabili a containers, strutture inizialmente provvisorie diventate poi definitive e senza un’adeguata programmazione degli spazi disponibili per una nuova collocazione della diagnostica di laboratorio. Condizioni di lavoro estreme rappresentate da infiltrazioni di acqua con il rischio che si verifichi un blocco macchina, ed operatori che sono costretti a provvedere loro stessi a salvaguardare gli strumenti con materiali impermeabili, da un inquinamento acustico eccessivo unito ad una presenza eccessiva di polveri, insetti, animali infestanti come rospi e serpenti; da una mancanza di controllo climatico dai 38 gradi agli 8 gradi centigradi con gravi ripercussioni su alcuni esami diagnostici; tutto questo, come se non bastasse, si va ad unire ad una mancanza di budget adeguato che comporta gravi carenze di approvvigionamento.
Se questo è quanto succede ai lavoratori della struttura va considerato anche il fatto che tutto quello che abbiamo descritto sopra ha conseguenze anche sulla collettività, ripercussioni che si concretizzano in ritardi diagnostici dovuti alla chiusura dei laboratori per poter effettuare gli interventi di bonifica e poter ripristinare le condizioni di sicurezza nei locali dopo le esalazioni e/o lo sversamento, e anche talvolta, ripercussioni sull’attendibilità dei test diagnostici a causa delle problematiche di microclima dei laboratori
Pertanto chiediamo che sin da subito vengano effettuati degli interventi per garantire la salute e la sicurezza del personale operante nei laboratori e nelle strutture sopracitate in quanto non è ammissibile che in una struttura di eccellenza, non solo a livello regionale, ma la più importante del centro Italia, come riferito da Giani, i lavoratori debbano mettere a repentaglio ogni giorno la loro salute per poter portare a termine la loro attività lavorativa.
Unione Sindacale di Base - Federazione di Pisa