Palazzo Vecchio: risposta all'assessore Martini

Firenze -

Assessore Martini, il suo comunicato evidenzia una mancanza di empatia nei confronti del malessere generalizzato che il nuovo sistema di valutazione ha suscitato nei dipendenti comunali .

Un faro nella notte, che mette in luce quale sia la considerazione che l’assessore al personale ha dei dipendenti del comune di Firenze, quelle stesse persone che da sempre con il loro contributo permettono che la “baracca“ vada avanti e non solamente durante la fase emergenziale, con tanto di sviolinate informali.

Diventa, quindi, palese che per l’assessore Martini i successi nel raggiungimento degli obiettivi dell’Amministrazione, siano ascrivibili solo a chi occupa le posizioni apicali, mentre per gli umili dipendenti subalterni ci si debba limitare a valutazioni soggettive, quindi imparziali, personali e incomplete, ma che nello stesso tempo hanno una ricaduta oggettiva sulle loro vite, sia dal punto di vista economico che di progressione di carriera, ma e soprattutto dal punto di vista motivazionale.

Probabilmente l’assessore non sa che i dipendenti comunali lavorano con dedizione e impegno, nonostante siano consapevoli che la possibilità di progredire all’interno dell’amministrazione sia ridotta ai minimi termini.  Basta guardare l’organizzazione per rendersi conto che alle posizioni apicali si accede dall’esterno piuttosto che con anni di onorato servizio, quindi in parole povere, un dipendente del comune di Firenze sa a priori che gli stipendi più alti e le progressioni resteranno inaccessibili, se non per rarissimi casi, nonostante tutto l’impegno. E la professionalità, la dedizione rimangono ancorate ad altri valori che, per sintesi, potremmo riferire al senso del dovere.

Il successo dell’organizzazione si ha grazie ai numerosi colleghi che quotidianamente lavorano per conseguirlo, confrontandosi con i problemi più disparati, come si suol dire direttamente sul campo, quegli stessi problemi che probabilmente al nostro assessore sfuggono.

Paradossale che un amministrazione come quella del comune di Firenze che vuole apparire smart, all’avanguardia, moderna, riproduca le solite dinamiche in cui chi ha il potere, ha il successo e la riconoscenza economica e chi non ha potere è un mero numero di matricola.

Probabilmente l’assessore ignora il valore della collaborazione, del lavoro di gruppo, della cooperazione, che si stimola alimentando le motivazioni, la gratificazione nel riconoscere il valore di ciascuno di noi, le competenze e l’apporto personale che quotidianamente con senso di dovere e appartenenza mettiamo al servizio del comune di Firenze , consapevoli del valore del nostro lavoro per i cittadini.

Il comunicato dell’assessore offende tutto questo, il suo messaggio ribadisce il consueto modo di pensare sull’inoperosità del dipendente pubblico, questo per noi è inaccettabile, è un etichetta che rifiutiamo e non permettiamo che ad alimentarla sia proprio l’assessore al personale.

Siamo stanchi di pagare gli errori dei vertici che ci usano come scudo e capro espiatorio e rifiutiamo il concetto che il successo si costruisce a partire dalle posizioni apicali, perché nei fatti il nostro contributo lo apportiamo quotidianamente e sul campo, nella complessità e molteplicità di dinamiche che ci troviamo a gestire.

Respingiamo il nuovo sistema di valutazione altamente lesivo nei confronti dei dipendenti comunali e respingiamo la dichiarazione dell’Assessore che dichiara che i soldi risparmiati dalle nostre valutazioni finiranno nel welfare, perché troviamo inaccettabile alimentare questo conflitto fra cittadini e dipendenti comunali , che è puramente strumentale ma che ci consente di invitare a riflettere sul fatto che si raschia il fondo del barile per rimpinzare il welfare, oramai da anni ridotto ai minimi termini e sicuramente le responsabilità non sono dei dipendenti comunali, bensì degli indirizzi dati dall’amministrazione comunale.