Pandemia e rilancio della produzione in Piaggio: investire sul lavoro stabile e sulla pianificazione di lungo periodo, non sul profitto per gli azionisti
Dopo la pesante crisi sanitaria che ha colpito il nostro paese e il conseguente blocco delle produzioni nelle fabbriche, dalla Piaggio arrivano chiari segnali di aumento di produzione e di assunzioni. Assunzioni che, nella solita logica dell’impresa, vanno a ingrossare la massa di precari che in questi anni hanno lavorato in azienda senza avere mai la certezza del posto fisso. Le ultime assunzioni a tempo indeterminato in Piaggio risalgono al 2012.
Negli ultimi anni l’azienda ha invece licenziato i CT storici (per la maggior parte donne) dopo 15 anni di contratti a termine e tante promesse da parte di azienda e Cgil Cisl Uil. Queste lavoratrici sono state di fatto licenziate, nonostante precedenti accordi sindacali che ne avrebbero dovuto garantire la stabilizzazione, e sostituite da altri contratti a termine, a proseguire all’infinito la logica della precarietà per i lavoratori, utile solo ad aumentare i dividendi per gli azionisti.
Recentemente ci siamo trovati a veder uscire in mobilità centinaia di lavoratori a fronte di pochissimi part time verticali (PTV) trasformati, con una costante perdita di posti di lavoro in un territorio che, nonostante tutto, negli anni ha dato tanto all’azienda di Colaninno e sta ricevendo indietro solo sfruttamento e precarietà. Se ora Piaggio ha bisogno di aumentare i volumi della produzione e fare entrare nuovi CT è necessario:
1) Stabilizzare tutti i ptv.
2) Richiamare le CT storiche al loro posto di lavoro con un contratto a tempo indeterminato.
3) Costruire un percorso di stabilizzazione per i CT entrati nel 2019 e nel 2020.
L' azienda continua a percepire enormi somme da parte dello Stato e dell’Unione Europea per gli ammortizzatori sociali senza alcuna garanzia per le centinaia di precari “storici” e di nuova assunzione, che rischiano di subire a breve nuovi contraccolpi a causa della instabilità del quadro economico internazionale ed interno.
L’Unione Sindacale di Base rifiuta alla radice la logica delle "compatibilità di mercato”, che mette in primo piano i profitti rispetto alla stabilità ed alla salute dei lavoratori, come si è visto in questi mesi di pandemia, durante la quale si sono sacrificate decine di migliaia di vite umane sull’altare della produttività a tutti i costi. Il neopresidente di Confindustria Bonomi sta dettando la linea economica al governo Conte, cercando di imporre nuove forme di schiavismo lavorativo, contrattuale e salariale, attraverso la solita logica del ricatto del lavoro.
Contro questa logica è il momento, a livello nazionale e alla Piaggio, di promuovere campagne di lotta per la stabilizzazione dei precari, per nuove assunzioni, per la diminuzione generalizzata dell’orario di lavoro a parità di salario, contro una logica industriale che, nell’attuale scenario internazionale, non ha alcun futuro. Solo una programmazione industriale a guida pubblica, che orienti le immense risorse economiche messe a disposizione per uscire dalla crisi pandemica, può far uscire il paese dalla recessione economica.
Occorre tornare a parlare di piano economico, di programmazione centralizzata, di centralità degli interessi delle maggioranze contro i profitti dei grandi capitalisti alla Colaninno. Le istituzioni tutte si devono adoperare per questo.
Basta tagliare l'organico con le procedure di mobilità. Basta perdere posti di lavoro.
La tecnologia deve essere usata a fini sociali, per questo chiediamo con forza la diminuzione generalizzata dell’orario di lavoro a parità di salario.
RSU USB PIAGGIO
COORDINAMENTO USB PIAGGIO
UNIONE SINDACALE DI BASE NAZIONALE LAVORO PRIVATO