Piaggio, basta precarietà: servono diritti e dignità per tutti e tutte

Pontedera -

Con il termine precariato si intende l'insieme dei soggetti lavoratori che vivono una generale condizione lavorativa di incertezza che si protrae, involontariamente, per molto tempo. L'ultima assunzione a part-time verticale in Piaggio risale a luglio 2012. Per arrivare finalmente ad un posto fisso ci sono voluti in media 12-15 anni e numerose procedure di mobilità. Veri e propri licenziamenti, anche se incentivati, che hanno causato la perdita di centinaia di posti di lavoro. Le trasformazioni da part-time verticale a full-time sono state un numero irrisorio rispetto, appunto alle uscite, creando un esercito di lavoratori che per 5 mesi l’anno sono rimasti senza stipendio e senza la possibilità di accedere agli ammortizzatori sociali. 

In questo contesto si inserisce la vertenza delle precarie storiche. Per lo più lavoratrici che dopo 15 anni sono state sostituite da nuovi operai più “giovani” e ricattabili e alla mercé di sindacati che speculano sulle aspettative di chi, in questo momento, ha giustamente bisogno di lavorare. Il punto centrale però è proprio questo, la scintilla che ha innescato la lotta sacrosanta di queste lavoratrici: il cosiddetto turn-over, cioè la sostituzione di operai che a tutti gli effetti sono “necessari” al ciclo produttivo. Perché se fosse stata una crisi aziendale probabilmente non ci sarebbe stata la stessa reazione. 

Piaggio ha semplicemente deciso di mandare a casa delle persone (operai che si sono fatti il mazzo in tutti questi anni) per sostituirle con altre. Creando quindi un nuovo bacino di altrettanti lavoratori disposti a credere che “se fai come dice l’azienda il contratto ti verrà rinnovato”. Sappiamo bene che basta un pretesto per non mantenere le promesse. Sappiamo bene che in questo momento, anche a causa dell'emergenza che stiamo vivendo, entrare in una fabbrica come la Piaggio potrebbe essere visto come una garanzia per il futuro.

Ma come USB ci chiediamo quale futuro vogliamo dare ai contrattisti? Il futuro che hanno subito le precarie storiche? O quello che hanno avuto tutti i part-time verticali che per raggiungere i 12 mesi di indeterminato hanno aspettato anni? 

I lavoratori precari della Piaggio, vecchi e nuovi, meritano un percorso chiaro di stabilizzazione. Ovviamente basata sul criterio dell’anzianità lavorativa. Gli strumenti normativi ci sono così come sappiamo bene esserci anche l’esigenza da parte dell’azienda. Serve un processo che porti stabilità, diritti e dignità a tutti quei lavoratori che in questi anni, proprio perché precari, hanno vissuto una situazione di ricatto, presi in giro da alcuni sindacati che non hanno mai chiesto con forza una politica chiara di assunzioni perché più attenti a chiedere tessere e curare per i loro interessi di bottega. 

Adesso è il momento della chiarezza da parte di tutti. Ai delegati presenti in fabbrica diciamo: siete disposti a chiedere conto all’azienda e metterla di fronte alle proprie responsabilità?
 

Invitiamo i lavoratori con contratto a termine ad aprite gli occhi e capire se effettivamente questa disponibilità esiste oppure siamo di fronte alle solite promesse di chi, a livello nazionale e locale, non ha mai voluto affrontare la situazione con decisione. USB ha dimostrato, con i fatti, da che parte sta. La vertenza dei precari è una priorità per la nostra organizzazione sindacale e siamo pronti nuovamente a fare ciò che è necessario per ottenere risultati concreti.    

RSU USB Piaggio

Coordinamento USB Piaggio
Unione Sindacale di Base Lavoro Privato - settore nazionale

Pontedera 7-4-2021