Piaggio, USB: i sindacati di comodo firmano tutto quello che l’azienda vuole. Monitoriamo la riapertura, pronti gli esposti

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Come USB avevamo già precisato che la sottoscrizione, da parte dei sindacati di comodo, del protocollo sulle linee guida per la ripartenza della produzione nello stabilimento Piaggio era stata troppo affrettata.

Era chiaro che mettere immediatamente la firma su quei protocolli, sia a livello nazionale che a livello di stabilimento, avrebbe azzerato qualsiasi possibile trattativa.

La dirigenza vuole riprendere a pieno regime con la produzione con turni di otto ore nonostante anche il governo abbia parlato di ripartenza graduale.

Noi conosciamo bene quali saranno le difficoltà nel mantenere, durante i turni, le distanze sociali ma soprattutto le enormi difficoltà che i lavoratori e le lavoratrici avranno ad indossare i DPI durante le lavorazioni.

La Piaggio non ha tenuto minimamente conto della nostra richiesta di riprendere la produzione praticando una riduzione di orario per evitare assembramenti durante il cambio turno e a maggior ragione nei locali mensa. Tutto ciò nonostante gli orari sfalsati che non impediscono di certo ai lavoratori della medesima linea di incontrarsi.

L’unico interesse è verso la produzione e la tutela dei clienti. I lavoratori e la loro salute vengono sempre dopo.

Purtroppo non ci stupiamo e lo avevamo dichiarato fin da subito. Firmare un protocollo senza un vero confronto e una discussione trasparente rischiava di mettere in forte pericolo tutti noi, in un momento in cui ancora non è chiaro quali saranno le conseguenze sanitarie di una ripartenza troppo affrettata.

Ma questa ormai è una prassi consolidata per i segretari provinciali delle organizzazioni di comodo. Si firma tutto ciò che l’azienda vuole.  È la “vittoria” della concertazione: “Siamo tutti una grande famiglia e dobbiamo rischiare tutti insieme per il bene dell’economia”.

Tornando alla riapertura della fabbrica prevista per lunedì 4 maggio, come USB, oltre all'orario ridotto, ci chiediamo se non fosse stata più responsabile anche un’analisi preventiva a tappeto per individuare eventuali lavoratori positivi ma asintomatici (tamponi e test sierologici). Pause aggiuntive proprio per ovviare all'uso difficoltoso dei dispositivi di protezione individuale.

Dal canto nostro, faremo attività di monitoraggio durante i primi giorni di apertura e ci riserviamo di produrre esposti agli organi competenti, come peraltro già fatto ad inizio pandemia, per salvaguardare il più possibile la salute degli operai e delle operaie.

In ogni caso crediamo sia arrivato il momento di ripensare il modello di organizzazione del lavoro all’interno del nostro stabilimento. Tenuto conto dell’inevitabile flessione delle vendite sarebbe forse necessario pensare ad una riduzione d’orario strutturale. Una riduzione che permetta di evitare la consueta “stagionalizzazione” della produzione a Pontedera e che salvaguardi contemporaneamente anche la salute e la sicurezza di tutti.

Che non ci parlino ancora di difficoltà dopo aver intascato a novembre scorso diversi milioni d’euro di utili. Nelle situazioni di crisi chi ha maggiori guadagni deve contribuire di più. Il rischio concreto è che questa crisi venga, invece, scaricata sulle spalle dei soli lavoratori e lavoratrici e della collettività. Tutto ciò per cercare di mantenere invariati i profitti. USB non si farà ingabbiare nei meccanismi infami della concertazione. Se fossimo tutti uguali allora negli anni passati i dividendi sarebbero stati divisi con tutti i lavoratori. Il principio che vorrebbero far passare è invece l’opposto. Quando si guadagna sono solo gli azionisti ad ingrassare. Quando si perde dobbiamo tutti fare dei sacrifici.

Metteremo in campo tutte le iniziative necessarie per tutelare i lavoratori e le lavoratrici. Gli unici soggetti veramente indispensabili per far ripartire l’economia del nostro paese.

 

RSU USB PIAGGIO  

COORDINAMENTO USB PIAGGIO

UNIONE SINDACALE DI BASE FEDERAZIONI PROVINCIALI PISA E LIVORNO