Rea di Rosignano. A fianco di Renata, a tre anni dalla pensione licenziata per aver fatto emergere gravi irregolarità nello smaltimento dei rifiuti
L’Unione Sindacale di Base a fianco di Renata, lavoratrice della Rea/Reti ambiente di Rosignano (igiene ambientale) licenziata in tronco prima di Natale dopo che, con coraggio, aveva fatto emergere, gravi irregolarità nello smaltimento dei rifiuti.
Nel febbraio 2021 un incendio devastò il capannone principale adibito alla selezione e recupero dei rifiuti cosiddetti “ingombranti” di proprietà della società Scapigliato SRL ubicato a Cecina (LI). Da quel momento, per ovvi motivi di sicurezza, la società ha messo in atto una nuova prassi nel controllo dei rifiuti “imponendo” alla REA un maggiore controllo sulla effettiva tipologia del materiale conferito per evitare al minimo la presenza di legno all’interno della struttura. La Rea ha quindi dovuto reperire un impianto diverso per il conferimento di quest’ultimo materiale.
I primi di luglio arriva una segnalazione direttamente alla dirigenza della REA circa modalità non conformi di smaltimento dei rifiuti all’interno della stazione ecologica di Cecina. Renata, operatrice a tre anni dalla pensione e con problemi di salute, viene ascoltata e, con coraggio, fa emergere quello che tutti evidentemente sanno. Cioè che alcuni quadri aziendali chiedono ai dipendenti di far conferire sistematicamente materiali lignei all’interno dei cassoni degli ingombranti in barba a qualsiasi regolamento e buon senso.
Dopo alcuni mesi, alla fine dell’indagine, due quadri aziendali vengono sospesi e trasferiti dal proprio ufficio. In un paese normale Renata avrebbe ricevuto il plauso dell’azienda ma purtroppo non è andata così. Nei mesi successivi, le viene messo alle calcagna un ispettore privato, che paghiamo noi tutti attraverso le tasse, e viene seguita in ogni momento. I primi di dicembre arriva la sospensione cautelativa e subito dopo il licenziamento in tronco ovviamente con un pretesto. Poco importa, per loro, se poi attraverso il giudice sarà reintegrata. Le eventuali spese processuali e il risarcimento verrà pagato con soldi pubblici.
È assolutamente evidente la rappresaglia che Renata ha subito per il suo coraggio. I quadri aziendali se la sono cavata con una piccola sospensione e un trasferimento senza perdere un euro del proprio salario e lei invece è stata licenziata. Oltretutto a tre anni dalla pensione.
Di fronte a tutto ciò non è possibile restare in silenzio. Anche l’amministrazione Comunale e la dirigenza di Reti Ambiente devono essere chiamati alle proprie responsabilità. Come USB nei prossimi giorni partiremo con una campagna di informazione tra i lavoratori della società di igiene ambientale. La REA deve immediatamente ritirare il licenziamento e restituire a Renata la dignità e il rispetto che si merita.
Usb Livorno. Settore Igiene Ambientale