Regione Toscana: ATTENTI AL TRAPPOLONE

Firenze -

ATTENTI AL TRAPPOLONE

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A seguito dell’entrata in vigore della Legge 7 aprile 2014, n. 56 meglio conosciuta come “Legge Delrio” circa 1200 fra dipendenti delle Amministrazioni Provinciali e delle Unioni dei Comuni sono transitati nel “ruoli separati” dell’Ente Regione Toscana.

Se andiamo a verificare l’età media, la consistenza qualitativa, i percorsi formativi dovremmo preoccuparci fortemente, serve rinnovamento: sul versante della formazione, sul versante dei percorsi professionali, sul versante delle procedure.

Serve un’iniezione di risorse economiche, serve un approccio diverso.

Il personale non può essere un problema, ma una risorsa.

In Regione Toscana il personale proveniente dai territori risulta separato da quello storicamente regionale per funzioni e competenze, per responsabilità e ruoli e con profili professionali, in quanto le funzioni tipiche di gestione attiva degli ex provinciali non trovano riscontro in un Ente che nel tempo ha svolto attività di legislazione, programmazione e controllo.

Sono oramai trascorsi due anni e con l’avvicinarsi del momento della erogazione della seconda tranche della cosiddetta produttività risulta evidente la disparità di trattamento fra “Regionali veri” ed ex Provinciali.

In Regione Toscana esiste una RSU unica, ma le rappresentanze sindacali più che divise per appartenenza di sigla, sono separate dalla provenienza (personale del Centro Direzionale e personale dei territori).

Il contratto è unico, e la penalizzazione per l’assenza del contratto nazionale scaduto dal 31 dicembre 2009 è per tutti, ma le disparità di trattamento si fanno sentire in maniera significativa per coloro che provengono dagli Enti territoriali i quali si portano dietro un fondo per il salario accessorio di provenienza ex provinciale che li vede penalizzati annualmente per importi che oscillano fra i 3.500 ed i 5.000 euro di retribuzione inferiore a parità di qualifica e non sempre a parità di responsabilità, che a livello di funzioni gestionali risultano spesso molto più pregnanti.

La beffa si fa ancora più viva se si tiene in considerazione che nelle Amministrazioni Provinciali di provenienza dopo l’esodo forzato del personale verso la Regione, hanno attivato percorsi di riqualificazione professionale con i cosiddetti scorrimenti orizzontali.

Perciò ora serve grande attenzione, occorre che ciascuno svolga un ruolo attivo sul proprio posto di lavoro, occorre attenzione alle imboscate, ai trappoloni, la modifica formale di un profilo professionale che da Firenze dicono serve come adeguamento è un aggiustamento, può diventare il cavallo di Troia per definitivamente postulare differenze economiche fra profili diversi.

Una Amministrazione seria, prima di mettere mano a dei profili professionali, avrebbe dovuto fare una ricognizione delle funzioni e dei carichi di lavoro, ma anche un sindacato serio ed una RSU seria e con gli attributi avrebbero dovuto pretendere questo. Almeno che non si parli di sindacato corporativo e i componenti della RSU del Centro Direzionale si preoccupano dei regionali veri mentre per gli altri il ritornello risulta sempre lo stesso, è già tanto che non hanno perso il posto di lavoro, dopo la Delrio.

Affermare come viene fatto in alcuni comunicati sindacali che …” tra i lavoratori regionali transitati nell’organico dell'Ente ex LR 22/2015 e quelli già regionali al momento dell'attuazione dell'operazione di riordino, e che tale allineamento venga effettuato in modo tale che nessun lavoratore risulti danneggiato, chiedendo quindi che vengano messe a disposizione risorse per realizzare, contestualmente alla stipula del prossimo contratto decentrato, un'operazione di definitiva equiparazione verso l'alto e di crescita collettiva del salario”…è una presa in giro sia perché le risorse devono essere trovate e poi perché questo cela una propensione di forte corporativismo in quanto il salario accessorio è una quota variabile della retribuzione, non è parte stabile dello stipendio ed i dipendenti dell’Ente devono avere un trattamento economico equo a parità di funzioni e se la “coperta è corta i piedi rimarranno fuori a tutti, non può essere che uno si copre con il solo lenzuolo e la coperta neppure la vede”.

Aspettiamo il rinnovo del contratto nazionale che sembra alle porte, utilizziamo queste elezioni politiche al fine di far comprendere a chi ci chiederà il voto le nostre problematiche, il momento è ora. Dopo la firma del CCNL è necessario andare alla sottoscrizione del contratto decentrato per la piena equiparazione, attenzione alle dilazioni, attenzione alle volontà discriminatorie che sono dietro l’angolo, facciamoci sentire come dipendenti e se abbiamo necessità chiediamo un sostegno anche legale alla nostra vertenzialità, la USB su questo c’è.

Ci battiamo per un rinnovo contrattuale dignitoso, che ripaghi degli anni di blocco salariale e della perdita di salario, decisi a non cedere sul terreno dei diritti.

La dignità, il riconoscimento della professionalità e dell’impegno di tanti lavoratori e lavoratrici costituiscono i nostri principali obiettivi.

 

Contatteteci. Consultate il nostro sito nazionale (www.usb.it)

 

L'Esecutivo Nazionale EE.LL. della Federazione USB è a vostra disposizione.

USB Sindacato Aziendale Regione Toscana Alessio MANETTI 055 4386301

USB Sindacato Regionale Silvia GABBRIELLI 055 3200764

 

Firenze 23/11/2017