RIASSETTO IDROGEOLOGICO E RIASSETTO POLITICO-SOCIALE

Massa -

RIASSETTO IDROGEOLOGICO E RIASSETTO POLITICO-SOCIALE

Ennesima alluvione, ennesima catastrofe annunciata, ennesimo disastro a Carrara causati dall’ennesima esondazione del torrente Carrione la quarta in undici amni. Le cause dello straripamento, sulle quali sta indagando la Procura, potrebbero essere i detriti delle cave di marmo che avrebbero intasato l’alveo del fiume come anche l’inadeguatezza dei lavori di messa in sicurezza di una parte degli argini.

Innanzitutto vogliamo esprimere la nostra solidarietà come USB a tutta la popolazione delle aree colpite a Carrara come purtroppo in altri comuni del nostra paese, in una sorta di triste e tragica consuetudine.

Sicuramente è stata proprio la consapevolezza che purtroppo tali disastri sono destinati a ripetersi, che spesso le indagini della Procura non hanno i risultati sperati, che spesso le responsabilità seppure accertate vanno in prescrizione, che spesso restano inascoltate le legittime istanze di risarcimento, a far crescere la rabbia di migliaia di persone che ieri hanno manifestato davanti al Comune di Carrara, per poi occuparlo, chiedendo le dimissioni del Sindaco e della Giunta.

Sono decenni che l’Italia frana sotto i nostri occhi, che si allaga ogni qual volta ci troviamo davanti ad una pioggia di una certa intensità. La scusa  degli eventi atmosferici eccezionali violenti ed intensi non regge, perché si sapeva, perché gli studi lo indicavano già dai primi anni novanta, quella che viene definita tropicalizzazione del clima per la fascia mediterranea non è una novità, ma i nostri politici sono sempre stupefatti ogni qual volta accade un evento definito “eccezionale”, si dimenticano dei piani di regimentazione delle acque, delle opere fondamentali di messa in sicurezza del territorio, dei tanti decreti che dovevano attuare.

Gli italiani sono stanchi di sentire dichiarazioni del tipo: “non ci sentiamo responsabili...., mai più…., era inaspettato…., faremo il possibile…., il governo si impegnerà….”.

In Italia sono a rischio idrogeologico 6633 comuni su 8.092 (circa l’82%), di questi solo 386 comuni hanno messo in opera progetti per mitigare il rischio idrogeologico in maniera sufficiente, comunque non ottimale.

Quindi c’è l’urgenza indilazionabile di provvedere a stanziamenti per risistemare i corsi d’acqua, i terreni, montani collinari e pedemontani, di intervenire sulla speculazione edilizia, di ridurre la cementificazione del territorio. Tutte opere che creeranno occupazione, restituiranno sicurezza e miglior qualità della vita alla popolazione.  Ne risentirà in modo positivo tutta l’economia nazionale, un paesaggio più curato porterà un enorme beneficio a tutto l’indotto turistico e non solo. Dietro questa vera “grande opera” del riassetto idrogeologico c’è un investimento reale per il futuro di tutti noi. Per la “grande opera” del riassetto idrogeologico occorrerebbe stanziare almeno 40 miliardi di euro, invece si stimano investimenti nel 2014 per un ammontare di 180 milioni, una cifra ridicola.

Si spendono invece soldi per l’emergenza che sicuramente è un affare per alcuni, ma non si provvede alle opere di recupero del territorio che sono la vera prevenzione e la garanzia che si riducano i danni in caso di eventi anche eccezionali.

La nostra classe politica continua senza sosta ad ignorare l’evidenza, pensando a promuovere le grandi opere tipo la TAV, il ponte sullo stretto, oppure la recente costosissima Orte – Venezia. Chiaramente queste grandi opere sono l’occasione imperdibile per  il politico di turno o il ministro “furbetto”, per prendersi qualche “finanziamento” e sono anche la ghiotta occasione delle varie mafie che vi si gettano a capo fitto, insomma, il solito schifo. Le grandi opere sono irrinunciabili ci dicono, l’Italia può crollare, l’Italia come a Carrara può allagarsi, ma nello sfondo sfrecceranno treni rossi ad alta velocità, si vedrà un ponte sul nulla al largo di Messina e una immancabile autostrada in più solcare gli Appennini tosco-romagnoli, contribuendo anch’essa a completare l’opera finale del dissesto totale!

L’unica vera “grande opera” di cui dovremmo sentire parlare è quella del riassetto idrogeologico di tutto il territorio nazionale. L’unica vera soluzione per il nostro paese è un riassetto politico-sociale con l’obiettivo di salvaguardare realmente il benessere sociale attraverso il cosiddetto Stato sociale o welfare state.

L’unica vera soluzione per Carrara è costruire un’alternativa al partito del cemento e dell’escavazione e alla classe politica “complice” che fino ad oggi lo ha rappresentato.

Come l’unica vera soluzione per il Sindacato è costruire un’alternativa a CGIL/CISL/UIL complici di una classe politica nel tagliare diritti e salario alla lavoratrici ed ai lavoratori per attuare le politiche di austerity imposte dalla cosiddetta troika (CE/FMI/BCE) europea.

Ed è questo l’impegno dell’USB ed è per questo motivo che dopo l’ottima riuscita dello sciopero del 24 ottobre l’USB partecipa alla giornata di lotta del 14 novembre continuando la mobilitazione contro il jobs  act, contro il blocco dei contratti pubblici e la legge di stabilità del governo Renzi, che opera un nuovo pesante  taglio ai finanziamenti agli enti locali determinando un forsennato attacco ai servizi sociali – sanità, scuola, asili -  ed alle aziende pubbliche e partecipate, l’aumento delle tariffe di trasporto pubblico e ticket ed il licenziamento di migliaia di precari dagli uffici pubblici.

9 novembre 2014                                                                           USB P.I. Massa Carrara