Salumificio industriale Sandri, USB: 180 addetti e ma nessun dipendente, internalizzare subito tutti i lavoratori!

Livorno -

A seguito di alcune assemblee, che hanno visto la partecipazione di numerosi lavoratori e lavoratrici, l’Unione Sindacale di Base si è costituita all’interno del Salumificio industriale Sandri di Montescudaio. Dal proprio sito ufficiale: “Azienda Toscana specializzata nella lavorazione e nel confezionamento delle carni di bovino e suino, produce per la grande distribuzione e occupa 180 addetti suddivisi in 7 reparti”.

Pur essendo ormai una realtà industriale importante, il Salumificio Sandri da visura camerale risulta essere una semplice impresa artigiana con circa 30 dipendenti effettivi. E gli oltre 150 che mancano all’appello? Tutti in appalto. La vera e propria lavorazione industriale viene svolta da personale interno all'industria Sandri, ma da sempre posto alle dipendenze di imprese cooperative esterne. Lavoratori che periodicamente subiscono cambi di appalto, con licenziamenti/dimissioni e riassunzione. Un sistema che purtroppo conosciamo bene e che, proprio in questi mesi, è stato messo finalmente in discussione in molte aziende.

Come organizzazione sindacale siamo convinti dell’importanza che questa azienda ha nel territorio. Fornisce carne per la grande distribuzione come Unicoop e Conad. Viste le dimensioni, da tempo tale impresa avrebbe dovuto risultare industria e come tale subordinarsi alle discipline proprie del settore, ivi compresi i CCNL applicati al personale, nei fatti tutto alle proprie dipendenze. Non è possibile che l’intero ciclo produttivo sia affidato in appalto a cooperative o società che si occupano dei più disparati settori e applicano contratti nazionali “pirata”. Per questo motivo, la nostra organizzazione sindacale ha ricevuto un mandato chiaro.

Aprire subito una interlocuzione con la dirigenza Sandri per arrivare all’internalizzazione di tutti i lavoratori. Nei prossimi giorni si svolgeranno altre assemblee e momenti di confronto anche perché si parla già di un nuovo, ennesimo, cambio di appalto.

Un’eventualità che non potrà essere nuovamente accettata. La professionalità, l’esperienza, l’anzianità dei dipendenti deve essere valorizzata a maggior ragione per un soggetto come questo che fornisce prodotti per filiere che vantano - etica - anche intesa come rispetto dei diritti delle lavoratrici e dei lavoratori.

Ci auguriamo che da parte della dirigenza vi sia la massima disponibilità a discutere e affrontare queste tematiche per il bene di tutti soprattutto dei lavoratori e delle lavoratrici.

USB Livorno