Uniti per il reddito. Iniziative in Toscana del 4 febbraio.
Sabato 4 febbraio scenderemo in piazza in tutta Italia, in occasione del lancio della campagna “Uniti per il Reddito”, che ci vedrà opporci all’attacco del governo Meloni contro i settori popolari di questo Paese.
In Toscana sono stati organizzati tre presidi.
Firenze: Prefettura (via Cavour 1), ore 10,30
Livorno: piazza Grande, ore 16,30
Pisa: Corso Italia (angolo via Pascoli), ore 16,30
Saremo in piazza per dire che il Reddito di Cittadinanza non va abolito, ma ampliato verso un Reddito di Base universale e incondizionato.
Oggi più che mai, è necessario un sostegno al reddito. I temi del lavoro sottopagato e del salario riguardano tutte le lavoratrici e i lavoratori del nostro Paese.
È necessaria un’integrazione al reddito per tanti, troppi lavoratori che, pur avendo un contratto, non hanno un salario sufficiente a garantirsi la sopravvivenza. Se esistesse il salario minimo per legge, considerati anche gli stipendi in ribasso da anni, sarebbe possibile dire no a quei datori di lavoro che offrono una paga al di sotto della soglia di povertà! Oggi in Italia questo non accade e i responsabili siedono in Parlamento.
È necessaria un’integrazione al reddito per compensare le pensioni minime, che non garantiscono vita degna a chi le riceve, complice anche la privatizzazione della sanità, che comporta l’aumento dei costi delle cure e la necessità di ricorrere a prestazioni private per accorciare i tempi di attesa sempre più lunghi.
L’integrazione del reddito risulta necessaria anche per chi non riesce a far fronte agli alti costi di affitti e mutui, sommati all’aumento delle bollette e di diversi beni essenziali, a cui lo Stato non garantisce né una soluzione tramite la casa popolare, né alcuna forma di sostegno diretto.
È necessario ampliare il sostegno agli studenti universitari, perché la formazione costa e troppe volte pesa sulla famiglia o costringe chi studia ad ammazzarsi anche di lavoro per pagare la retta e spesso l’affitto.
È fondamentale regolarizzare tutti i migranti che vivono nel nostro Paese, perché troppo spesso sono oggetto di ricatto, di lavoro nero, pagato pochissimo e sfruttato a dismisura: che possano beneficiare di un sostegno al reddito è una questione di giustizia.
Altrettanto fondamentale è che il sostegno al reddito sia distribuito su base individuale, non familiare, perché questa modalità risulta per diversi motivi penalizzante per la componente femminile.
Queste non sono le intenzioni del governo Meloni: la manovra di Bilancio di recente approvazione rappresenta, sulla linea del governo precedente, un enorme spostamento di denaro pubblico a favore delle imprese, in particolare di grandi dimensioni e multinazionali.
Un governo che garantisce finanziamenti e concessioni a privati, ma non investe fondi in favore delle priorità di tutti i cittadini, prima fra tutte un aumento consistente dei salari e un rafforzamento del welfare, a garanzia di diritti minimi come casa, salute, istruzione e trasporti.
Che vuole abolire il Reddito di Cittadinanza non è mosso tanto dall’intenzione di “colpire i fannulloni”, come vorrebbe la retorica degli imprenditori, ma dal bisogno degli imprenditori di disporre di una massa di donne e di uomini costretti, per mancanza di alternative, ad accettare anche le proposte di lavoro più indecenti.
Saremo in piazza, quindi, per affermare la nostra opposizione a questo governo, per ribadire che va mantenuto e ampliato uno strumento di sostegno al reddito e che serve avviare una stagione di aumenti salariali, a partire da un salario minimo per legge di 10€ l’ora, e di offerte di lavoro dignitose per chi è disoccupato o in condizioni di estrema precarietà.
Invitiamo tutti i percettori di RdC, lavoratori e lavoratrici, forze politiche e sociali, comitati territoriali, a sostenere questa campagna di dignità e condividere la partecipazione nelle piazze del 4 febbraio.